L'"America First" di Donald Trump dà uno schiaffo all'Europa e un (apparente) benservito alla Nato. Nel nuovo documento di "Strategia della Sicurezza Nazionale" pubblicato dalla Casa Bianca non si usano giri di parole per esprimere i sentimenti della attuale leadership americana per un'Europa ritenuta vittima della propria decadente deriva, rispetto a un'America che intende invece tornare con decisione alla propria "grandezza". Controllo dell'Emisfero Occidentale (un esplicito richiamo alla Dottrina Monroe), garantendo la sicurezza dei confini in chiave anti-immigrazione e ricorrendo alla "forza letale" contro i cartelli della droga; "rafforzare" le capacità militari nel Pacifico occidentale per scoraggiare una potenziale aggressione cinese; porre fine alla percezione e impedire la realtà della Nato come un'alleanza in continua espansione; ristabilire la stabilità strategica" con la Russia. Queste le priorità di Washington, a fronte di un'Europa che ha "aspettative irrealistiche" riguardo alla guerra in Ucraina. E che, soprattutto, rischia la "cancellazione della propria civiltà" a causa dell'incapacità di fronteggiare l'immigrazione.
"Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di aiutare l'Europa a correggere la sua attuale traiettoria", si legge nel documento, aggiungendo che gli Usa intendono "collaborare con i Paesi allineati che vogliono ripristinare la loro passata grandezza", anche in virtù del "legame sentimentale" che lega le due sponde dell'Atlantico. Ma, allo stesso tempo, per l'America la realtà è quella di un'Europa che nel giro di 20 anni rischia di diventare "irriconoscibile", con Paesi potrebbero non avere più "economie e forze armate sufficientemente forti da rimanere alleati affidabili". È "più che plausibile", si legge, che entro pochi decenni alcuni membri della Nato potrebbero diventare "in maggioranza non europei" ed è "una questione aperta" se considereranno l'Alleanza atlantica allo stesso modo. Parole che richiamano alla mente, amplificandole, quelle con le quali a febbraio, a Monaco, il vicepresidente JD Vance puntò il dito contro il "wokismo" europeo.
Il documento della Casa Bianca, ha rivelato la Reuters, è stato preceduto da un incontro riservato al Pentagono nel quale i funzionari Usa hanno chiesto ai rappresentanti diplomatici dei Paesi Nato che l'Europa assuma il controllo della maggior parte delle capacità di difesa convenzionali dell'Alleanza: dalle armi, alle truppe, all'intelligence. Una scadenza ritenuta irrealistica, non solo per ragioni di budget e volontà politica, da diversi funzionari europei. Se l'Europa non rispetterà la scadenza del 2027, è stato detto nell'incontro, gli Stati Uniti potrebbero interrompere la partecipazione ad alcuni meccanismi di coordinamento di difesa della Nato. Molti i punti rimasti in sospeso. I funzionari del Pentagono non hanno spiegato come gli Stati Uniti misurerebbero i progressi europei in vista della scadenza. Né se l'ultimatum sia la posizione ufficiale dell'Amministrazione Trump o solo l'opinione di una parte di essa, la più oltranzista riguardo all'Europa e alla Nato. Tuttavia, non sembra causale che l'offensiva di Washington sia stata lanciata in coincidenza col tentativo di fare digerire a Kiev e all'Europa il piano di pace Usa per l'Ucraina, finora molto generoso verso la Russia. Se ne saprà qualcosa di più quando anche il Pentagono pubblicherà il proprio documento di "National Defense Strategy", col quale il travagliato segretario della Difesa Pete Hegseth illustrerà le nuove priorità militari dell'America. Una prima indiretta risposta dall'Ue arriva sotto forma di multa da 120 milioni di euro a X, il social di Musk, per aver violato la legge sui servizi digitali che obbliga le piattaforme tech a trasparenza e responsabilità sui contenuti illegali e dannosi online.