Elisabetta Franchi: "Il fatto non sussiste. Non sono una stalker"

Scritto il 06/12/2025
da Hoara Borselli

L’imprenditrice Elisabetta Franchi, prosciolta dall’accusa più grave mossa da una collaboratrice: "Ora chiedo i danni"

Esce da un anno di gogna. Lei che è una delle donne più eleganti d’Italia, lei che rappresenta lo stile, ma anche la sobrietà, lei accusata di stalking, reato gravissimo, e gettata in pasto ai cronisti. Ieri mattina finalmente il giudice l’ha prosciolta. Innocente. Ma la pena invece Elisabetta Franchi l’ha scontata. E si racconta in esclusiva al Giornale.

Come ha passato questo periodo di gogna?
«Un anno intero. L’ho passato malissimo. Associavano il mio nome alla parola stalking! Un’infamia. Le giuro che sognavo solo il giorno del proscioglimento».

Sempre stata sicura?
«Certo».

È stata danneggiata?
«Stalking è un’accusa talmente forte e infamante che mi faceva soffrire anche fisicamente. Per chiunque è così. Se è innocente.
È ancora più pesante per una persona come me che ricopre una posizione imprenditoriale importante, ha una visibilità notevole».

Reputazione coperta di fango?
«La mia fortuna è che conosco molte persone e molte persone conoscono bene me. Loro sapevano che ero innocente».

I giornali?
«Per un anno mi hanno messo in croce. Mi hanno stretto la gogna intorno al collo e ai polsi».

E lei come ha reagito?
«Non potevo dire niente. Zitta.
Dovevo tacere mentre i giornali montavano questa cosa pazzesca. Titoli su titoli: Franchi stalker, Franchi stalker...».

Lei si è chiesta perché?
«Mi sono chiesta perché può succedere che una donna pubblica, una madre, una persona innocente possa essere sbattuta sui giornali con titoli infamanti senza che i giornalisti si siano neppure preoccupati di capire, di approfondire, di sapere. A loro basta devastare la tua figura».


E poi tutto svanisce...
«Esatto: “Il fatto non sussiste” ha detto il giudice. Del resto ero sicura che il giudice mi avrebbe prosciolto. Perché non c’è niente Una relazione negata e poi la vendetta con accuse inventate. La diffamazione e le minacce?
Mi difenderò al processo contro di me».


I giornali stanno scrivendo che dovrà rispondere per minacce e diffamazione.
«Lei mi insegna che fa più gola scrivere cose negative che esaltare il mio successo di ieri».

Sono però accuse rimaste in piedi. Con che stato d’animo le affronterà?
«Con lo stesso che avevo quando dovevo rispondere di stalking: con la serenità di chi sa di non avere fatto nulla di ciò di cui è accusata».

Le accuse su cosa si basavano?
«Un post nel quale la persona che mi ha accusato di stalking nemmeno era stata nominata».

Cosa diceva questo post?
«Chiedeva: se una tua amica ti tradisse, come ti sentiresti?»

Tutto qui?
«Sì».

Chiederà i danni?
«Sì, danni psicologici. Non sa quanti pianti ho fatto. Non sa quello che sentivo dentro, cosa è stato parlare coi miei figli...».

Come glielo ha spiegato?
«Non sapevo da che parte cominciare».

Com’è nata la vicenda?
«C’era questa mia amica per la quale io mi ero prodigata molto.
Per farla crescere, farle fare carriera. Le avevo affidato ruoli importanti e di responsabilità perché mi fidavo».

E poi cosa è successo?
«Ho scoperto che tanti anni prima aveva avuto una storia con il mio ex compagno. Aveva avuto questa storia prima che io e il mio ex compagno ci conoscessimo. Niente di clamoroso. L’ho incontrata e le ho chiesto perché non me lo avesse mai detto. Lei ha negato negato negato...».

Come sapeva con certezza che questa voce fosse vera?
«Me l’aveva detto il mio ex compagno».

E allora?
«Siccome lei continuava a mentirmi, ho rotto i rapporti con lei».

E a questo punto lei ha reagito con la denuncia?
«Esatto. Denuncia del tutto inventata, che non mi ha preoccupato, ma che ha provocato la valanga mediatica contro di me.
Mi son chiesta: ma se ora uno al quale non sto simpatica va al commissariato e dice che sono una pusher, cosa succede? Tutti i giornali fanno il titolo: “Franchi pusher”?».

Gogna senza difesa?
«No. Sono stata tentata di rivolgermi ai giornali, ma gli avvocati mi hanno detto che dovevo tacere. E ho taciuto. Pensi che prima di arrivare all’udienza preliminare mi è stato chiesto, dagli avvocati della controparte, di trovare un accordo economico per chiudere tutto».


E lei?
«Secondo voi io patteggiavo?
Non ho commesso alcun reato.
Poi dare dei soldi a quella persona e finire di nuovo nel vortice dei giornali che avrebbero scritto che avevo ammesso di essere una stalker? No - ho risposto Assolutamente no».