"Gesù ci sarà!" I bambini canteranno la canzone di Natale senza alcuna censura, "merito del Giornale", dice uno dei tanti genitori indignati di Castel Goffredo, in Lombardia.
Nell'istituto comprensivo del piccolo comune in provincia di Mantova, le maestre avevano pensato bene di cancellare dalla recita natalizia il nome di Gesù dal ritornello della canzone dello Zecchino d'Oro Buon Natale in allegria.Il motivo? Il rispetto verso i bambini di altre religioni. Così, il testo originale "su brindiamo, festeggiamo, questo è il giorno di Gesù" era diventato "su brindiamo, festeggiamo, fallo insieme a chi vuoi tu". A rimettere ordine ci ha pensato il dirigente scolastico Aniello D'Esposito che si è ribellato alle follie woke e al politicamente corretto che sta annientando la nostra identità. Le nostre radici.
Eravamo stati proprio noi a informarlo di quanto stava accadendo nel suo istituto. Le maestre, infatti, avevano pensato bene di ignorare il volere del dirigente, che era stato chiarissimo: "Nessuno osi cancellare il Natale e la tradizione". "Nella recita del 12 dicembre i bambini canteranno il ritornello senza alcuna modifica o censura, Gesù resta, non si tocca!" Ci ha detto il preside Aniello D'Esposito, che ci tiene a sottolineare come "le tradizioni" siano "importanti da mantenere e difendere". Eppure, preside, nella sua scuola le sue maestre hanno pensato fosse opportuno cenusare il nome del Salvatore.
"Mi è dispiaciuto molto, devo essere sincero. Lo dico sempre: l'inclusione passa attraverso il rispetto degli usi e costumi dei popoli. Non ha senso modificare i canti di Natale, Gesù non deve dividere, ma unire. Fa parte di noi, ci appartiene".
La nostra campagna Presepe pride, sta portando i suoi frutti. Nonostante tutto, però, c'è chi continua ad attentare al Natale. A distruggere i simboli della tradizione. A Mori, in Trentino, nel cuore delle Dolomiti, è stata rubata la capanna del presepe. Non parliamo di una piccola mangiatoia, ma di una capanna molto grande.
"La capannina sul sagrato della chiesetta del Santissimo quest'anno non ci sarà" racconta Claudia Torbol, del movimento degli scout cattolici allarmando la sua comunità. "Abbiamo informato il sindaco e fatto qualche ricerca, ma per la capannina non c'era più nulla da fare". Scomparsa, rubata dal luogo dove veniva gelosamente custodita. "Ci siamo rimasti veramente molto male - prosegue Torbol -. Si tratta di un vandalismo che scoraggia i ragazzi. E rende vano il duro lavoro che fanno ogni anno".
Mori, purtroppo, non è nuovo a questo tipo di "attacchi". L'anno scorso erano state mozzate le teste delle statue del Presepe. Statue a grandezza naturale vandalizzate da chi (evidentemente) odia il Natale e i suoi simboli religiosi. In paese regna la rassegnazione dopo l'ennesimo atto vandalico, ma molti sono già pronti a ricostruire la capanna in tempi record per celebrare le feste senza rinunciare al simbolo dell'incarnazione di Gesù. "Non possiamo piegarci a chi vuole cancellare il Presepe, dobbiamo darci da fare e farlo!" Si sa, la rassegnazione non è un sentimento che contraddistingue i cristiani.

