Quando tra amici si incomincia a litigare sui soldi, salvare l'amicizia diventa difficile. Tra gli Stati Uniti di Donald Trump e la vecchia Europa ci sono differenze di cultura, mentalità, visione del mondo. Adesso fa capolino anche la rivalità negli sforzi per mettere le mani sugli asset russi congelati in giro per il mondo. Poco meno di 200 milioni di dollari sono fermi nei forzieri europei e Bruxelles sta da mesi cercando di utilizzarli per finanziare lo sforzo bellico dell'Ucraina. Per ora con scarso successo, vista la tradizionale difficoltà decisionale delle istituzioni europee e la volontà di muoversi con la massima prudenza
Di recente, però, c'è stata una novità. Secondo il piano di pace americano dei 28 punti almeno un centinaio di questi milioni dovrebbero finire in un fondo per la ricostruzione dell'Ucraina, di fatto guidato dagli Usa e in cui le aziende americane avrebbero una percentuale di profitti garantita. Per questo, come ha rivelato ieri l'agenzia Bloomberg, alcuni diplomatici americani sarebbero intervenuti sui Paesi europei nel tentativo di convincerli a non toccare i soldi russi.
Per molti leader del Vecchio Continente è una specie di beffa. E gli analisti spiegano così il viaggio lampo del cancelliere tedesco Friedrich Merz, che anzichè andare in Norvegia come previsto, ieri sera è volato a Bruxelles. Obiettivo una cena, a cui ha partecipato anche Ursula von der Leyden, per convincere il premier belga Bart de Wever, che è il principale ostacolo all'impiego dei soldi russi. Giovedì Merz aveva parlato della questione ed era stato chiaro: "È una questione che riguarda gli europei, Non vedo proprio la possibilità di mandare negli Stati Uniti i soldi che abbiamo congelato".

