Quattro mesi, cento undici giorni, per sapere se parteciperemo ai Giochi senza frontiere del football organizzati dalla Fifa. Da Washington buone notizie, si fa per dire: se mai dovessimo battere l'Irlanda del Nord, andremmo a ritrovare dignità contro il Canada, il Qatar e la Svizzera, direi che non poteva andarci meglio ma sarebbe opportuno non correre con la fantasia, tutto può accadere, Gattuso e la sua banda sanno che il mondiale è dietro l'angolo di Bergamo, il 26 marzo, visti i precedenti preferisco vivere, cioè giocare.
Gironi speziati: Brasile-Marocco-Scozia, Spagna-Uruguay, Francia-Senegal-Norvegia, Portogallo-Colombia, nel gruppo del Belgio interessante Egitto-Iran. È stata comunque una serata perfida, per noi italiani, costretti a guardare da remoto il festival americano, osservare i volti dei 42 delegati, tronfi di essere stati promossi e gli altri fantasmi, saranno sei, tra questi, noi please, nell'incertezza fantozziana di un batti lei. L'Infantino-day ha confermato l'ego tracimante del presidente Fifa, addirittura superiore a quello di Trump, pre-sorteggio diplomatico con i due succitati a
fianco di Claudia Scheinbaum, presidente del Messico e Mark Carney, primo ministro del Canada, a completare, il selfie, allestito da Infantino, che così aveva saputo fare addirittura davanti alla bara di Pelé. Il Black Friday di Donald and Gianni è stato lungo e noioso in attesa dell'esito delle urne, con il derby lessicale tra football e soccer. Fifa sostiene che la Coppa del Mondo lascia la politica fuori dalla porta, ieri è accaduto il contrario, Infantino continua a bluffare al tavolo del football, ieri ha vestito l'abito dell'uno, nessuno centomila (voti), dopo averlo fatto in Russia e Qatar, in attesa dell'Arabia, molta nebbia politica al Kennedy Center di Washington, non soltanto per l'assenza del presidente della federcalcio iraniana, al quale è stato negato il visto, ma per il ruolo che Trump ha assunto, complice il sodale Infantino che lo ha celebrato con il Premio per la Pace, scambio di carezze, inno al portatore sano, inedito riconoscimento inventato per rispondere al Nobel negato, dimenticando i recenti attacchi alla Somalia o la minaccia di revocare le partite nelle città «pericolose» o «gestite da pazzi di sinistra radicale», Seattle, Boston e San Francisco. Il Premio ha colto di sorpresa tutti in Fifa, nessuno dei membri consultato, Human Rights Watch ha inviato una lettera a Infantino chiedendo dettagli sul premio: «Qual è stato il processo, quali sono i criteri di selezione, chi sono i candidati e chi sono i giudici?» ma non ha ricevuto risposta. Il sorteggio avrebbe dovuto svolgersi a Las Vegas, come per l'evento analogo del mondiale 1994, Trump ha fatto cambiare le scelte della Fifa, tra l'altro, il Kennedy Center sarebbe stato dato in affitto a titolo gratuito. Trump
ha capito che lo sport, il calcio poi, attira attenzione e flattery adulazione, Infantino è rettore munifico, dunque Coppa del Mondo del 2026, Olimpiadi del 2028 a Los Angeles, oltre al 250° anniversario della nazione. Per la prima volta nella storia, la sede del sorteggio e capitale della Nazione, non avrà alcuna partita, non ha una sede adeguata! L'alleanza Trump-Infantino si era già manifestata goliardicamente nella finale della coppa del mondo per club, Trump presente sul palco della premiazione, una medaglia d'oro per lui, l'originale della coppa mentre ai vincitori del Chelsea una replica, nello studio ovale brilla l'oro della coppa del mondo, anche questa originale, esemplare la fotografia del primo biglietto della finale del prossimo mondiale, a New York, tagliando nominale, Donald Trump, numero 45/47, fila 1, posto 1, al suo fianco, il trio Giuliani-Grenell-Vance, Infantino, tutti senza cravatta, a finire Kristi Lynn Noem, segretaria della sicurezza interna, lei dotata al polso di un colossale orologio, d'oro come la coppa. Mi sembra il riassunto di quello che vedremo da oggi fino al 19 luglio 2026. A corredo dello show, Andrea Bocelli e Robbie Williams, Lauryn Hill, l'ex quarterback Eli Manning, Tom Brady, Wayne Gretzky, Aaron Judge e Shaquille O'Neal. Finalone con i Village People, i Cugini di campagna yankee, la loro Anima mia si intitola 'YMCA', un segno distintivo dei comizi politici di Trump. Il nostro mondiale? Tra 111 giorni.

